Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000 (2007)

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Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000 (2007)

di Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, con la collaborazione di Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise

DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

Il volume rappresenta la seconda edizione pubblicata nel 2007, a dieci anni dall’inizio della sequenza sismica, di un’opera già pubblicata nel 1998. È scaricabile a questo link.

Tra il settembre del 1997 e l’aprile del 1998 una sequenza di scosse sismiche, così lunga da farla ricordare come “il terremoto infinito”, coinvolse una vasta area compresa tra l’Umbria e le Marche, in prossimità della Piana di Colfiorito. Quei terremoti colpirono duramente la popolazione, le abitazioni e molti dei beni culturali di cui queste regioni sono ricche; primo fra tutti la Basilica di San Francesco di Assisi, uno dei monumenti-simbolo dell’arte italiana nel mondo.

Questo libro racconta la lunga storia sismica dell’area colpita dai terremoti del 1997-1998, partendo dagli eventi più antichi per arrivare ai nostri giorni. Sapere quando, dove e come i terremoti hanno già colpito l’Appennino umbro-marchigiano non serve ad alimentare paure, ma a mostrare i caratteri propri di quest’area e a valutarne la pericolosità. Infatti, i terremoti che verranno non saranno molto diversi da quelli già avvenuti nelle stesse aree.

È la sismologia storica che scopre e classifica gli effetti dei terremoti del passato. Antiche testimonianze individuali o complicate risposte istituzionali diventano dati indispensabili per valutare la sismicità di un’area, avendo come punto di partenza un preciso contesto storico e sociale. Questa storia, quasi mai nota agli abitanti di un’area sismica, può contribuire a una nuova cultura della sicurezza, per applicare oggi con convinzione le strategie di prevenzione necessarie per mitigare gli effetti dei terremoti futuri.